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The Money and Finance Research (Mo.Fi.R.) group was established in 2007 on the initiative of Pietro Alessandrini, Michele Fratianni and Alberto Zazzaro. The aim of the group is investigating, from both the empirical and theoretical points of view, the evolution of the financial system as the collection of financial institutions, intermediaries and markets and understanding the real consequences of that evolution for the development of the economic system at the regional, national and international levels. This mission is fulfilled through a variety of activities, including sponsored research, seminars, conferences carried out by a bulk of economists from the Department of Economics of the Università Politecnica delle Marche in cooperation with researchers from other universities, post-doc research fellows, PhD students and graduate students.

domenica 23 gennaio 2011

La ricchezza delle famiglie italiane nel confronto internazionale

Parlare di ricchezza delle famiglie – di ricchezza finanziaria, reale e di debiti - è di moda. Ma, a ben guardare, gli economisti si sono sempre occupati della ricchezza. Il consumo delle famiglie dipende dal reddito disponibile, ma è influenzato anche dalla ricchezza. Le informazioni sugli strumenti finanziari - depositi, azioni, titoli, prodotti assicurativi - in cui le famiglie investono ci danno informazioni sulla loro propensione al rischio. La ricchezza fornisce segnali sulle caratteristiche dei sistemi finanziari, perché in ogni paese gli intermediari offrono alcuni strumenti piuttosto che altri, in virtù di regolamentazioni, potere di mercato e peso del fisco. Con la crisi dei sistemi pensionistici pubblici è diventato più importante che in passato lo studio degli strumenti che le famiglie accumulano per far fronte alla vecchiaia. Nella maggioranza dei paesi la ricchezza immobiliare delle famiglie è maggiore delle loro attività finanziarie, sollevando sempre interesse per l’evoluzione dei prezzi delle case.

sabato 22 gennaio 2011

La cancellazione del debito? Un placebo

Dopo quindici anni, i risultati del programma per la riduzione del debito dei paesi poveri sono deludenti. In particolare, non sembra aver prodotto alcun effetto positivo sul tasso di crescita del Pil, né un boom degli investimenti. Semplicemente perché spesso il debito estero non è la causa della povertà, che va ricercata invece nella fragilità delle istituzioni. E intanto cresce l'importanza del debito domestico. Meglio sarebbe se istituzioni internazionali e paesi donatori aiutassero i paesi debitori nello sviluppo di una prudente gestione macroeconomica, soprattutto fiscale.
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