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The Money and Finance Research (Mo.Fi.R.) group was established in 2007 on the initiative of Pietro Alessandrini, Michele Fratianni and Alberto Zazzaro. The aim of the group is investigating, from both the empirical and theoretical points of view, the evolution of the financial system as the collection of financial institutions, intermediaries and markets and understanding the real consequences of that evolution for the development of the economic system at the regional, national and international levels. This mission is fulfilled through a variety of activities, including sponsored research, seminars, conferences carried out by a bulk of economists from the Department of Economics of the Università Politecnica delle Marche in cooperation with researchers from other universities, post-doc research fellows, PhD students and graduate students.

venerdì 16 dicembre 2011

Osservazioni su “Economia e politica della moneta”, di Pietro Alessandrini, il Mulino, 2011


I punti di interesse, le novità di questo libro sono molte. Siamo di fronte a un manuale, ma non solo: il volume è anche un saggio, attraversato da molti fili rossi. Per motivi di tempo mi concentrerò solo su 4 di essi, che non danno l’idea della ricchezza del volume. I 4 temi che vorrei discutere sono i conti finanziari; il ruolo dei bilanci degli operatori nello studio del sistema finanziario, la teoria dell’intermediazione bancaria; la regolamentazione.



1) L’enfasi sui conti finanziari. Questo libro parte dai conti finanziari, dalla matrice dei flussi finanziari: questi temi occupano i primi due capitoli. L’idea di Pietro Alessandrini è che gli studenti devono subito sapere che l’economia è divisa in settori istituzionali: famiglie, imprese, intermediari, amministrazioni pubbliche, resto del mondo. Alcuni settori risparmiano – tipicamente le famiglie - e finanziano gli altri settori, ad esempio le imprese e le amministrazioni pubbliche. I settori hanno attività e passività finanziarie. Come si legge a pag. 25: “il compito principale del sistema finanziario è quello di consentire il mantenimento nel tempo di posizioni squilibrate a livello sia di flussi sia dei corrispondenti stock di attività e passività finanziarie”.
Non sono temi scontati. In un recente intervento tenuto all’Università Bocconi, Olivier Blanchard ha sottolineato che prima della crisi del 2007-09 gli economisti avevamo perso di vista le “tubature” del sistema economico, i flussi finanziari che collegano i diversi settori. Non si era prestata sufficiente attenzione all’aumento degli squilibri finanziari tra i settori. L’aumento dei deficit delle partite correnti di alcuni paesi e la crescita conseguente delle posizioni nette debitorie con l’estero erano state sottovalutate.

2) La moneta, le altre attività finanziarie e i bilanci. La moneta è solo una delle tante attività finanziarie. Non c’è solo la domanda di moneta, nell’economia c’è una domanda di attività finanziarie. Questo mi sembra il messaggio dei capitoli 2-3, e soprattutto del 4, dedicato alle scelte di portafoglio. Emerge l’ammirazione di Alessandrini per Tobin e, soprattutto, per Hicks. Viene ribadita in molti capitoli l’importanza di analizzare i bilanci degli operatori. Questo è il consiglio di Hicks nell’articolo del 1935 – “Un suggerimento per semplificare la teoria monetaria”  - che il libro cita più volte. Partire dai bilanci significa partire dai conti finanziari. Sono temi che tornano nel capitolo 11, dove si parla di “balance sheet view”, di meccanismo di trasmissione di Hicks, di sostituibilità delle poste di bilancio, di acceleratore finanziario.
Come in altri capitoli, il libro si impegna a legare le teorie del passato con gli sviluppi più recenti della letteratura.

3) L’intermediazione bancaria: funzioni, rischi e vincoli. Il capitolo VII lega le teorie dell’unicità delle banche, della “new view”, con le nuove teorie sulle asimmetrie informative e con il dibattito sulla recente crisi finanziaria. Alessandrini riassume come la teoria economica abbia risposto, spesso in maniera diversa, a domande eterne, del tipo “Quali sono le specificità delle banche?”, “Sono i depositi o sono i prestiti?” o “E’ la compresenza di depositi e prestiti?”. Si parla di fughe agli sportelli, di sospensione della convertibilità, di narrow banking, della contrapposizione tra banche commerciali e banche di investimento. In poche pagine è riassunto buona parte del dibattito che oggi si svolge nelle banche centrali nazionali e negli organismi di vigilanza.

4) Spazi aperti, misure anti-incendio e insegnamenti. Il capitolo 8 approfondisce i temi della regolamentazione bancaria:  la banca universale, il rischio di azzardo morale, il “lender di last resort”, l’alternanza di fasi di liberalizzazioni e fasi di regolamentazioni, i coefficienti patrimoniali. Mi sembra che il messaggio principale sia la situazione di incertezza in cui si trova la regolamentazione bancaria e finanziaria: è un messaggio che condivido. Fino alla metà del 2011 pensavamo che il framework della politica monetaria si trovasse, invece, in una situazione di maggiore consenso. La crisi dei debiti sovrani ci sta invece mostrando che anche la politica monetaria vive una fase di controversie.

Il libro di Pietro Alessandrini costituisce una guida aggiornata, ricca e originale, ai grandi temi che riguardano la teoria monetaria, la politica monetaria, il ruolo delle banche e del sistema finanziario in un’economia di mercato.

Riccardo De Bonis - Banca d'Italia

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